Cereseto è dove viveva mia mamma coi suoi genitori. O meglio è il luogo in cui, in una cascina lontana dal paese che si chiamava Cascina Palau e oggi non esiste più, i miei nonni vivevano come mezzadri, mentre mamma per poter frequentare la scuola risiedeva in centro paese, con una brava signora che si chiamava Mariota (Maria).
Non ho nessun ricordo preciso di Cereseto, ma rammento i racconti che ne faceva mia mamma, i suoi ricordi. Mi torna alla mente la figura di Mariota, cui la mia mamma era molto legata e che ho conosciuto nei suoi ultimi anni di vita. Ricordo il viso deluso e rattristato di mia madre quando un giorno decise di farci vedere come fosse la Cascina Palau e scoprimmo che l’edificio non esisteva più: era stato abbattuto.
La mia mamma ha vissuto lì fino ai 14 anni, età in cui si trasferì a Torino -senza genitori- per lavorare e continuare a studiare. Ha vissuto un’infanzia povera e difficile e sono certo che l’avesse segnata nel profondo; è cresciuta in un paese in cui nella foto di I elementare c’erano 20 bambini e in quella di V solo 8; è riuscita a prendere un diploma e a svolgere un lavoro altamente specializzato e di grande utilità sociale (era infermiera caposala) partendo da un’aia con tanta polvere e poche galline. Un’aia di cui mi parlava sempre con gli occhi innamorati, come se fosse il posto più bello del mondo.