‘Scrivere una lettera a cinque persone che mi hanno influenzato’ era già presente nella lista delle ‘100 cose da fare prima di morire’ che avevo trovato online. Mi è piaciuta come idea e ho pensato a chi scegliere. E poi ho scritto cinque lettere brevi, con un semplice messaggio di ringraziamento e una brevissima spiegazione di ‘come mi hanno influenzato’.

Ho scritto a un caro amico, che mi ha saputo donare una bella testimonianza su come riprendere in mano la propria vita (anche se poi non l’ho ancora seguita veramente); ho scritto a Benedetto XVI (la cui segreteria mi ha risposto e ringraziato!), che mi ha insegnato in maniera concreta l’umiltà; ho scritto a mio padre -mancato da una decina di anni- per dirgli un paio di cose che non gli avevo detto e gli ho ‘inviato’ la lettera bruciandola nell’arena di Susa in cui da bambino mi portava a vedere il palio; ho scritto ad Adriano Celentano, che da ragazzo era il mio cantante preferito e probabilmente lo è tuttora; ho scritto, infine, a Terence Hill che -con Bud Spencer- ha accompagnato la mia giovinezza e che continua ad accompagnarmi sempre e per sempre.

Ma in fin dei conti, in ciascuna delle cinque lettere (che conservo in copia sul mio computer) ho scritto a me stesso. Mi sono lasciato dei messaggi su come poter essere un po’ migliore, ogni giorno.

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