Perché le #100cose?
Innanzitutto perché no? E quindi, perché sì! Negli anni recenti mi sono costruito tre esperienze di strada intense, che mi hanno riempito gli occhi di bellezza, il cuore di incontri...
IYO – Milano
In sintesi: il sapore del pesce (e molto di più).
Lo confesso? Lo confesso, tanto lo facciamo (quasi) tutti: vado spesso in ristoranti di sushi all you can eat. Ecco, pranzare o cenare da IYO a Milano è sotto tutti i punti di vista un’altra esperienza.
È un’altra esperienza in primo luogo (ed è ciò che più ci interessa) riguardo al gusto. Quando si mangia in uno dei (troppo) diffusi all you can eat ci sono due possibilità: o si mangia roba cattiva (sì, cattiva, non giriamoci intorno) oppure si mangia qualcosa non certo di sgradevole, ma che propone un sapore ‘piatto’, uniforme, che poi è quello della salsa di soia, in cui pucciare ogni assaggio per donargli quello sprint di sapore che da solo non ha. Quando si mangia da IYO, invece, ogni assaggio è una sorpresa! Ogni pesce ha il suo sapore. Non c’è un nigiri uguale a un altro; non c’è un uramaki uguale a un altro; non c’è un gunkan uguale a un altro; non c’è un dressing uguale a un altro.
E poi non c’è un cliente uguale a un altro, nel senso che sicuramente trattano tutti alla stessa maniera, ma è una buona maniera, di quelle che ti fanno sentire accolto, coccolato, speciale. E anche questa è un’altra esperienza rispetto agli all you can eat, che ti mettono fretta per liberare il tavolo e far entrare un altro pagante.
È un’altra esperienza anche rispetto al locale (oggetto di recente ristrutturazione), alle stoviglie, ai dettagli. Cura, cura, cura: non solo nei piatti, ma in tutto ciò che è accoglienza, benessere, user experience.
Lo so che state pensando che è un’altra esperienza anche rispetto al conto; lo so che stai pensando che con la stessa cifra di pasti all you can eat ne fai tre o quattro e mangi di più. Ebbene… io sto pensando che “no, non mangi di più”, perchè nelle mie due volte da IYO sono uscito ben più che sazio; e sto pensando che se vivessi a Milano sarei ben più che felice di sostituire tre o quattro cene mediocri per farne una strepitosa, qui.
A gennaio 2023 ho assaggiato il menù degustazione ‘Faccio IYO’ (nome bellissimo, tra l’altro) che proponeva:
– benvenuto della cucina
– kaki no tempura
– ika somen
– nigiri selection
– maguro yamakake
– wagyu tartare
– kishimen hamachi
– crispy tamago
– secreto
– pre dessert
– dessert
– piccola pasticceria
al quale avevamo aggiunto un uramaki per provarlo e una portata di wagyu grigliato.
A luglio 2024 ho ordinato alla carta:
– benvenuto della cucina
– crispy tamago
– special nigiri selection
– sashimi IYO
– uramaki ebi flò
– uramaki spicy tuna
– uramaki yume
– uramaki rainbow
– piccola pasticceria
Il mio piatto preferito? Difficile scegliere: nel menù degustazione definirei eccellenti almeno sei piatti; quando ho ordinato alla carta sushi e sashimi era tutto delizioso. Quel che è certo è che non guarderò mai più un nigiri o un sashimi con gli stessi occhi di prima. E che tornerò. Presto.